Se avevamo sperato all’inizio del nuovo millennio nelle ‘magnifiche sorti e progressive’, dopo un quarto di secolo il divario tra le aspettative e la realtà delle sofferenze umane è sotto gli occhi di tutti e si misura in termini di ansia, disagio e disperazione.
Gli unici a scommettere sulla felicità sono i poeti, che difendono questa possibilità nel duro confronto con i divieti imposti dalla società, contro il conformismo e la precarietà.
Sandro Penna affronta la questione in tre brevi testi, con semplicità e chiarezza, tra contrasti e trasgressioni.
‘Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.’
‘Amore, amore,
lieto disonore.’
‘Fuggono i giorni lieti
lieti di bella età.
Non fuggono i divieti
alla felicità.’
Sandro Penna, da ‘Croce e delizia’ e da ‘Poesie inedite’.