A meno di tre settimane dalla sua decadenza, l’ex sindaco di Trecate Federico Binatti (Fratelli d’Italia) torna a far parlare di sé. Dopo le dimissioni di nove consiglieri comunali – tra cui tre di maggioranza – l’ex primo cittadino ha avviato una serie di accessi agli atti (uno strumento previsto dalla legge che consente a qualsiasi cittadino – a maggior ragione a un ex amministratore – di consultare documenti amministrativi per ragioni di interesse personale o per verificare la regolarità dell’attività degli uffici). Il tutto accompagnato da dichiarazioni pesanti nei confronti dei dipendenti comunali, colpevoli, a suo dire, di aver spifferato alla stampa informazioni riservate.
«Un fatto grave. Anzi, gravissimo – ha dichiarato Binatti in una nota -. Siamo davanti a un comportamento grave non solo per la violazione della riservatezza, ma anche perché non esiste una motivazione alla base di questa azione che possa giustificarla».
Accuse forti, che però sollevano più di una domanda. A partire dallo stesso accesso agli atti: per quale motivo, in piena «idea di servizio» – così l’ha definita – un ex sindaco può sentire il bisogno di controllare documenti comunali a così breve distanza dalla propria uscita di scena? Anche perché, come fanno notare diversi osservatori, il commissario insediatosi nel frattempo non ha ancora firmato alcun atto rilevante. Dunque è lecito supporre che gli atti richiesti siano stati firmati da lui stesso o dai dirigenti comunali durante il suo mandato.
Un comportamento che, più che motivato da senso civico, appare come un tentativo di prolungare la propria presenza sulla scena amministrativa, magari per contestare indirettamente scelte – o non scelte – successive, con l’obiettivo di rafforzare una narrazione di “discontinuità dannosa” dopo la sua uscita.
Una chiave di lettura suggerita anche da altri episodi: come il post su Facebook di Alessandro Pasca, ex assessore della giunta decaduta, che si è lamentato del mancato sfalcio dell’erba dell’ultimo mese e mezzo. Peccato che fino a tre settimane fa, a occuparsi della manutenzione del verde fosse proprio lui. Un post a cui ha risposto in modo polemico l’ex consigliere leghista – e suo compagno di partito – Mattia Felicetta, evidenziando l’incoerenza della critica.
Piccoli segnali che, messi insieme, danno l’impressione di un fronte politico ancora in cerca di una giustificazione, di un nemico esterno responsabile di quanto accaduto. Una excusatio non petita che alimenta più dubbi che risposte e che sembra dire più sulle dinamiche interne alla passata amministrazione, e in particolare alle tensioni dentro Fratelli d’Italia, che sulle responsabilità dell’opposizione.