Sarà un’esperienza formativa intensa e altamente simbolica quella che vivranno martedì 20 maggio i quarantaquattro studenti del liceo classico Don Bosco e del liceo scientifico Galileo Galilei di Borgomanero, protagonisti di una visita all’ospedale di Borgomanero, nell’ambito del “Percorso nazionale biologia con curvatura biomedica”, realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Novara.
L’iniziativa rappresenta un vero e proprio laboratorio di cittadinanza attiva, che punta a orientare gli studenti verso le professioni sanitarie e biologiche, ma anche a educarli ai valori della responsabilità civile, dell’etica professionale e della solidarietà. Accompagnati dal personale sanitario, gli studenti assisteranno a brevi lezioni interattive legate ai temi affrontati nel loro percorso didattico, avendo così l’opportunità di vedere all’opera medici, tecnici, infermieri e biologi, confrontandosi con realtà professionali complesse e affascinanti.
L’esperienza non si limiterà all’osservazione tecnica. Come ha sottolineato Arabella Fontana, direttore medico del presidio ospedaliero di Borgomanero, l’incontro rappresenta anche un momento per stimolare nei giovani una riflessione sulla vocazione sanitaria e sulla cultura del dono, dal sangue agli organi, nella consapevolezza del valore della vita e della salute come beni collettivi.
Anche il dirigente della Direzione Professioni Sanitarie, Bruno Bacchetta, ha evidenziato il valore dell’iniziativa come occasione per “mettere in risalto le risorse del Sistema Salute”, sottolineando l’importanza di “coinvolgere i giovani oggi per costruire la sanità di domani”.
Dal mondo scolastico, grande apprezzamento. Giovanni Campagnoli, dirigente del Collegio Don Bosco, ha parlato di un’esperienza «di motivazione e ispirazione, dove la conoscenza teorica si fonde con il contatto diretto con situazioni reali, anche emotivamente forti». Un’opportunità, ha detto, per «formare onesti cittadini e buoni cristiani», come auspicava Don Bosco.
Gabriella Cominazzini, dirigente del Liceo Galileo Galilei, ha definito l’attività “un’opportunità educativa di grande spessore”, utile a sviluppare competenze concrete ma anche una coscienza etica, ringraziando il personale sanitario per la collaborazione e la professionalità dimostrata nel corso di due anni di sperimentazione.
A chiudere le voci istituzionali, l’intervento del direttore generale di Asl, Angelo Penna, che ha ribadito l’impegno dell’Azienda Sanitaria a favore della formazione e del dialogo con il mondo scolastico. «Aprire le strutture sanitarie ai giovani – ha affermato – significa investire nel futuro, sensibilizzando le nuove generazioni al valore del lavoro sanitario e ai grandi temi civili come la donazione di organi, tessuti e cellule».
Questa iniziativa dimostra come la sinergia tra istituzioni scolastiche e sanitarie possa dar vita a percorsi educativi capaci di unire sapere, esperienza e cittadinanza, stimolando nei giovani vocazioni, consapevolezza e senso del bene comune. Un’occasione concreta per trasformare l’orientamento scolastico in esperienza di vita, in cui la scienza incontra l’etica, e l’educazione scolastica diventa formazione umana.