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Trecate, cippo fascista al cimitero: fissato il sopralluogo della Soprintendenza

Fissato per domani, giovedì 14 gennaio, per tutta la giornata, il sopralluogo da parte della Soprintendenza del cippo fascista presente a Trecate all’ingresso del cimitero, esattamente alla destra del campo guardando l’ingresso. Il cippo in questione, il cui progetto era stato realizzato dal ceranese architetto Fabiano Bariani, riporta riferimenti al fascismo ed è dedicato a Vittorio Dorè, 18enne novarese volontario nelle formazioni militari della Repubblica sociale. Nel cippo si legge “fucilato per mano partigiana”. I riferimenti fascisti non sono presenti nel progetto presentato alla Soprintendenza nel 2017 e approvato.

«Non avevo autorizzato io il progetto allora, c’era una collega che ora non lavora neanche più in Soprintendenza, – spiega la dottoressa Barbara Cerrocchi – progetto difforme? Al momento non posso dirlo con certezza, il sopralluogo di domani servirà proprio a questo, per analizzare a fondo la questione». Alcune ipotesi ci sono: «Da una prima analisi le parti di testo ora presenti non sono indicate nel progetto e il disegno decorativo è difforme. Se verrà confermata la difformità e si potrà parlare di abuso».

A evidenziare la vicenda è stata Anpi sezione di Trecate, che nella giornata di ieri, martedì 12 gennaio, si è trovata proprio davanti al cippo: «L’amministrazione attuale ha approvato nel 2017 un progetto che era stato bocciato da quella precedente, – dice Riccardo Ferrigato – un progetto che è un po’ assurdo, dato che doveva essere sistemata una croce e la croce ora è sparita e in compenso c’è una enorme scritta fascista, c’è la M di Mussolini nel fascio littorio, c’è l’opera nazionale balilla, concetti razzisti. Ma nel progetto si parla di “epitaffio” e ne è emerso questo come opera di proprietà del Comune».  E da qui la richiesta: «Chiediamo quindi che dalla lapide vengano cancellati simboli e scritte apologetiche dell’ideologia mussoliniana. Che scompaia qualsiasi traccia di fascismo, razzismo, nelle parole e nei simboli, che ora invece abbondano. Vogliamo che nel luogo di morte di Vittorio Dorè la nostra comunità possa riflettere sulle estreme conseguenze a cui il fascismo ha portato l’Italia. Vittorio Dorè, che pure si professava fascista, è infatti una delle ultime vittime del fascismo, forse l’ultima nella città di Trecate» ha detto Anpi.

 

 

La posizione di Anpi è chiarra: «La guerra per cui Dorè ha combattuto come volontario nei reparti giovanili della Repubblica sociale italiana ha generato immane distruzione, migliaia di morti e una ferita che ancora sembra non potersi rimarginare. La Repubblica per cui Dorè ha militato ed è morto è stata il colpo di coda più nero e feroce del fascismo morente. La Repubblica in cui Dorè ha probabilmente creduto si è macchiata di innumerevoli crimini, compreso il rastrellamento e la deportazione di oppositori politici ed ebrei, strappati alle loro case, uccisi o mandati a morire, nelle fabbriche della morte oltre le Alpi.  Anche il nostro territorio è percorso dal ricordo sofferente delle tante vite che il fascismo e la sua guerra hanno stroncato. Il diciottenne Vittorio Dorè sarebbe stato ucciso pochi giorni dopo la fine della guerra per la colpa di vestire la divisa fascista. Si dice sia stato fucilato da ignoti partigiani, anche se non è stato prodotto alcun documento che lo accerti. Se questo fosse avvenuto, tale assassinio sarebbe quanto di più lontano dalla nostra sensibilità e dalle idee che Anpi vuole incarnare e diffondere. Se questo fatto fosse avvenuto, però, senza nulla togliere alla responsabilità personale di assassini mai individuati, ciò sarebbe conseguenza della guerra in cui il fascismo ha trascinato l’Italia facendo sfoggio di quella retorica militarista che, come uno sfregio al morto e insieme ai valori repubblicani a cui ci richiama la Costituzione, vengono richiamati nell’iscrizione sul cippo».

L’intervento di Domenico Rossi
A intervenire sulla questione anche il consigliere regionale Domenico Rossi: «Credo che la vicenda della lapide commemorativa di Trecate sia emblematica di come la destra in Italia non sia ancora riuscita a fare i conti con la storia e ringrazio tutti coloro che si sono mobilitati per proteggere i valori della resistenza antifascista e i principi della Costituzione. C’è una sola strada che resta al sindaco Binatti per dimostrare la sua buona fede: provvedere a far rimuovere ogni riferimento apologetico dal cippo e rinnovare l’adesione del Comune di Trecate all’Istituto storico della Resistenza da cui l’amministrazione si è sfilata non appena insediata. Non c’è altro modo di prendere le distanze dalla destra più estrema, un atto dovuto per chi rappresenta le istituzioni e che mi meraviglio non sia ancora stato compiuto. Molti sostengono che parlare oggi di fascismo non abbia più senso, ma basterebbe guardare a quanto sta accadendo negli Stati Uniti in questi giorni per capire che la democrazia va difesa ogni giorno».

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Elena Mittino

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