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Coronavirus, le raccomandazioni internazionali

L’Italia, in cui il primo caso di COVID-19 è stato individuato il 20 febbraio scorso, è stato il primo Paese del mondo occidentale a dover affrontare l’epidemia da Coronavirus. Nei giorni successivi il numero di casi di COVID-19 all’infuori della Cina è andato moltiplicandosi con un andamento esponenziale ed è velocemente aumentato il numero dei Paesi interessati, tanto da indurre l’OMS, l’11 marzo, a valutare COVID-19 come una pandemia.

Tutti i Paesi, seppur con tempi e modalità differenti, hanno adottato strategie di contenimento del contagio per cercare di ridurre l’impatto del virus. L’Italia per prima ha adottato misure restrittive anche drastiche, che sono state recepite e attuate dalla stragrande maggioranza delle persone e stanno portando ai primi risultati.

 

 

Accanto alle normative assunte dai diversi governi, è fondamentale l’assunzione di responsabilità dei cittadini, perché mai come in questi momenti la salute deve essere percepita come bene comune e l’attenzione si sposta al benessere di tutta la comunità, da cui dipende quello dei singoli individui.

La rete Choosing Wisely (CW) internazionale, che comprende 25 Paesi di 5 continenti e di cui Slow Medicine fa parte con il progetto CW Italy, mira ad un’alleanza tra professionisti e cittadini per un utilizzo appropriato delle risorse nell’interesse dei pazienti, e perché si scelga, appunto, con saggezza. La pandemia COVID-19, che rappresenta una sfida senza precedenti per i sistemi sanitari in tutto il mondo, ha fatto emergere ancora di più quanto sia fondamentale gestire in modo appropriato risorse limitate.

All’interno della rete CW internazionale è stata dunque rapidamente creata, con la partecipazione dell’Italia, una lista di nove raccomandazioni per i cittadini e per i professionisti riguardante la pandemia da COVID-19. È stata la prima lista nata da una collaborazione dei diversi paesi e non all’interno dei singoli Paesi.

Di seguito le quattro raccomandazioni per i cittadini:

– Non uscire per motivi non essenziali. Mantieni una distanza fisica sicura dagli altri (2 metri, in Italia la distanza raccomandata dalle normative è meno di 1 metro) e segui le indicazioni dell’autorità per la salute pubblica nazionale e locale.

– Non andare di persona in un ospedale, clinica o studio medico per cure di routine (visite preventive, analisi del sangue di routine) o cure non essenziali senza chiamare in anticipo.

– Non andare al pronto soccorso per la valutazione di sintomi lievi di COVID-19. Chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica, oppure chiama il numero verde regionale.

– Non auto-prescriverti o richiedere terapie di efficacia non dimostrata per prevenire o curare COVID-19.

Da noi in Italia, che purtroppo da due mesi siamo alle prese con l’emergenza, alcune di queste raccomandazioni sono già ben conosciute. È nota l’importanza di mantenere una distanza di sicurezza dalle altre persone (in Italia è stata adottata la distanza raccomandata dall’OMS: meno di 1 metro, mentre nella raccomandazione CW viene adottata quella più prudenziale del CDC di 2 metri). Nella cosiddetta fase 2, in cui saranno gradualmente riprese alcune attività, il mantenimento del distanziamento sociale rappresenterà la misura fondamentale da rispettare, tanto che lo slogan #stiamoacasa dovrebbe essere sostituito da #stiamodistanti.

È sempre bene ricordare di non recarsi presso ospedali o studi medici per prestazioni non essenziali, finché la fase acuta dell’emergenza non sia stata superata, e di non andare al Pronto Soccorso per sospetti sintomi di Covid-19 bensì di telefonare al proprio medico o a un numero verde.

Viene qui sottolineata l’importanza di queste pratiche non solo ai fini della salute delle singole persone, ma anche per preservare la salute collettiva e per proteggere quel fondamentale patrimonio rappresentato dal servizio sanitario e dai professionisti che vi svolgono la loro opera.

La raccomandazione di non autoprescriversi terapie di efficacia non dimostrata, che possono esporre a danni e portare a carenza di risorse,.è molto opportuna e attuale anche in Italia: abbiamo assistito alla corsa all’acquisto in farmacia di vitamina C, di vitamina D e più recentemente siamo di fronte a ingenti richieste da parte del pubblico di idrossiclorochina, farmaco sperimentale nel COVID-19, da somministrarsi dietro stretto controllo medico. L’assunzione senza controllo medico rischia di provocare gravi effetti collaterali ai pazienti nonché l’esaurimento delle scorte, a scapito dei pazienti Covid-19 ospedalizzati e di quelli con patologie che ne sono dipendenti come alcune malattie reumatiche.

La pandemia di COVID-19 ha favorito l’instaurarsi di una stretta collaborazione internazionale di medici e di altri professionisti della salute, alle prese con una sfida del tutto nuova, che richiede una ricerca comune sulle modalità di cura a cominciare dai farmaci, dai vaccini, dai test diagnostici, dai protocolli di rianimazione.

Ma nel contempo è fondamentale la presa di coscienza e l’assunzione di responsabilità da parte dei cittadini di tutto il mondo, perché solo grazie all’alleanza tra i professionisti e la società civile questa enorme sfida potrà essere vinta.

https://choosingwiselyitaly.org/wp-content/uploads/2020/04/Choosing-Wisely-International-Raccomandazioni-COVID-19-2.pdf

 

 

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Sandra Vernero

Sandra Vernero

Medico chirurgo, cofondatore e presidente Associazione Slow Medicine, coordinatore del progetto "Fare di più non significa fare meglio - Choosing Wisely Italy”

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