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Ponte Romagnano, i tempi si allungano. Interrogazione da Sozzani al ministro, sindaco sbotta: «Troppa burocrazia»

Se ne sono andati la metà dei 140 giorni previsti dal cronoprogramma per la realizzazione del manufatto provvisorio lungo il Sesia ma l'iter è ancora fermo ai risultati delle operazioni di bonifica dopo che la prima ditta incaricata avrebbe rinunciato a proseguire

E’ destinata a finire sul tavolo del ministro per le Infrastrutture Enrico Giovannini la vicenda del ponte provvisorio di Romagnano Sesia. Il parlamentare Diego Sozzani ha infatti depositato la scorsa settimana un’interrogazione urgente al titolare del dicastero di Villa Patrizi: «La realizzazione di questa struttura, ancorché provvisoria – spiega Sozzani – è fondamentale per il territorio. Le promesse da parte della Regione Piemonte e di Anas erano di tempi brevissimi, ma ad oggi ancora nulla. E’ una battaglia che voglio condurre al fianco dei sindaci per risolvere questo problema». Il “percorso” scelto da Sozzani è quello dell’interrogazione “in sede di Commissione” (della quale lo stesso deputato novarese è vicepresidente) «proprio per avere tempi più ristretti rispetto a un passaggio in aula. Speriamo di avere una risposta entro la fine del mese».

Nel documento, che Sozzani ha redatto in stretta collaborazione con il primo cittadino romagnanese Alessandro Carini, si legge – dopo una lunga premessa contenente tutti i fatti accaduti, partendo dal crollo del ponte avvenuto nello scorso mese di ottobre – se il membro del Governo “sia a conoscenza della vicenda (…), quale sia lo stato dell’arte della ricostruzione dell’opera, se vi sia un cronoprogramma dei lavori e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere al fine di velocizzare gli interventi di ricostruzione”.

A rallentare i lavori, come si ricorderà, è stato fin dall’inizio l’intervento di bonifica per verificare la presenza o meno di ordigni risalenti all’ultimo conflitto mondiale. Un’operazione che ha finito con il presentare ritardi a causa dell’esistenza lungo le sponde del fiume di ferrite, un materiale che renderebbe difficile l’individuazione di ordigni, alterando i risultati delle analisi. Dopo che la prima società incaricata avrebbe rinunciato a proseguire, l’Anas ne ha incaricato una seconda, con il conseguente “impantanamento” fra permessi e pratiche, alle quali si è aggiunta una ulteriore fase di stallo prima di conoscere i risultati definitivi delle analisi.

«Troppa burocrazia! – sbotta il sindaco Alessandro Carini – Anas e Regione si sono date da fare, ma ci troviamo di fronte alle solite complicazioni. Tante volte ci sentiamo dire che molte pratiche andrebbero semplificate, ma poi purtroppo non se ne fa mai nulla. Quello che mi chiedo è poi se per una struttura pubblica come il ponte lungo un’arteria tornata di competenza dello Stato non sia mosso in prima persona il Genio…».

E intanto sui social c’é anche chi dall’intera vicenda ha tratto spunto per ironizzare. Proponendo tra l’altro una scena (ovviamente doppiata) tratta dal film “Full Metal Jacket”, dove il terribile sergente Hartman chiede al soldato Jocker quando inizieranno i lavori del ponte di Romagnano. Scontata la risposta…

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Luca Mattioli

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