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Pd contro il sindaco: «Cosa troveranno i novaresi sotto l’albero? Annunci e supermercati»

Mancanza di visione della città e di un lavoro di squadra, programma non rispettato; sport, cultura, logistica sono le principali critiche, peraltro non nuove, che il Pd ha mosso all’amministrazione Canelli durante la conferenza stampa di fine anno.

«Il sindaco è stato bravo a comunicare con i cittadini durante la pandemia – ha commentato il capogruppo Rossano Pirovano – ma è l’unica nota positiva che gli concedo. Il mio giudizio politico è più che negativo: questa amministrazione non può vantare nulla in termini di risultati, ha solo portato avanti il programma di Ballarè e fatto tutto quello che aveva detto non avrebbe fatto: Agognate è stata la prima variante urbanistica approvata; Musa non solo non è stata tolta, ma prorogata con una delibera di giunta. Sono persone con le idee confuse e i cittadini se ne stanno accorgendo: a guardare il loro programma non ne hanno centrata nemmeno una».

L’affondo è arrivato anche dal candidato sindaco Nicola Fonzo: «I novaresi si troveranno sotto l’albero due regali di Canelli: tanti annunci e tanti supermercati. Le questioni vere che dovrebbero essere al centro della città non esistono. Arrivano privati con propri progetti e interessi economici e l’amministrazione è solo in grado di assecondarli senza anteporre l’interesse pubblico. È evidente che Canelli non ha una classe dirigente capace, ma solo persone abituate a dire di sì: in molte situazioni è stato chiaro che gli assessori non fossero stati mesi a conoscenza di decisioni prese, mi riferisco in modo particolare al progetto di Comoli Ferrari e alla manifestazione di interesse per il Centro sociale. Il sindaco è un uomo solo al comando, ma una città non si governa in questo modo: è necessario un gruppo di lavoro con competenze ed è chiaro che Canelli non ce l’ha o non ha voluto costituirlo».

 

 

Dal candidato all’ex sindaco Andrea Ballarè: «Non dobbiamo ridurre la valutazione di questa amministrazione solo agli ultimi sei mesi, sarebbe un errore. Se andiamo a vedere indietro nel tempo, in campagna elettorale Canelli ha puntato tutto sulla sicurezza: invece in piazza ci sono sedie che volano, il centro storico è occupato da bande di giovani. Le periferie sono state uno dei suoi cavalli di battaglia: “Porteremo le periferie in centro” era lo slogan, invece se togliamo il parco Boroli e quello delle ferrovie Nord, tutto il resto è il vuoto: Sant’Agabio abbandonato come la Rizzottaglia, il Villaggio Dalmazia non ne parliamo, Vignale altrettanto: speriamo che qualcuno se ne ricordi».

Ballarè è poi tornato sul tema della logistica: «A causa dell’incapacità di gestire gli eventi, il sindaco si è fatto “rubare” da Trecate un polo logistico che poteva essere una delle linee di sviluppo della città. Parlo di Canelli solo perché la giunta è una comparsa. Cinque anni di nulla in cui sono state portate a termine le attività poste in essere dalla nostra amministrazione e nulla più. Noi avevamo pensato a un rinnovamento della città con una definizione nuova e chiara che consentisse a Novara di essere forte su determinati argomenti come il food e la logistica. Che dire invece degli scarsi risultati nello sport e di quelli pessimi nella cultura? Il Teatro Coccia è brillato solo per i litigi, il castello è aperto solo per la gita domenicale e lo sport se non vive di sinergie interessa solo agli operatori. Novara è tornata indietro, lo dicono anche i datti sulla qualità della vita».

La consigliera Milù Allegra ha, invece, puntato il dito contro «l’atteggiamento di stizza del sindaco. È sempre nervoso e irriverente, forse si sta accorgendo che ha lavorato molto e portato a casa poco. È evidente che sta succedendo qualcosa. Nell’ultima commissione ha reagito in modo pesante, forse perché i documenti ci davano ragione: non si capisce perchè si debbano nascondere progetti e far finta di non conoscerli. Quando si fa il sindaco, lo si fa per la città e non per la Lega o Fratelli d’Italia».

A conclusione Sara Paladini ha affermato: «Questa amministrazione non potrà vivere il trauma del “non finito” che si prova dopo il primo mandato, ma solo quello del “non iniziato” con la consapevolezza di aver portato avanti solo lo status quo. Annunci e nessun progetto cominciato: penso al campo Tav, alle case popolari, alle caserme. Per non parlare dello statuto del Coccia o del castello perché il castello sarà la nuova patata bollente da gestire. Non è colpa del Covid se i progetti non sono stati neanche iniziati, ma dell’incapacità di gestire le situazioni».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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