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Palazzo Cabrino, il nodo Musa accende la miccia tra le parti

La proroga della concessione del piano della sosta, meglio conosciuto come Musa, ha acceso lo scontro politico nella seconda parte del consiglio comunale di oggi, venerdì 31 gennaio, in modo particolare nel metodo. A detta della minoranza, il punto all’odg avrebbe dovuto prevedere la presenza in aula dei rappresentanti di Nord Ovest Parcheggi (società partecipata al 49% dalla Sun e quindi dal Comune) che gestisce appunto il servizio. Vista la loro assenza, in qualche modo giustificata dal sindaco Alessandro Canelli, la consigliera del Pd Sara Paladini ha avanzato la proposta di aggiornare l’argomento in un’altra occasione, magari dopo un passaggio in un’apposita commissione. Dopo un paio di sospensioni, però, la maggioranza si è irrigidita. E’ stato il presidente dell’assemblea Gerardo Murante a spiegare che «su questa delibera la competenza è della giunta, non della società esterna», lasciando in qualche modo capire che il centro destra non sarebbe stato disponibile a convocare una nuova seduta sul tema Musa: «Facciamo un consiglio su questo e per approvare la correzione degli errori materiali del Dup» ha detto un po’ provocatoriamente l’altro esponente dem Nicola Fonzo.

 

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Dopo la pausa pranzo, nonostante qualche voce lasciasse presagire un atteggiamento “aventiniano” delle minoranza, i consiglieri del Pd e del Movimento 5 Stelle hanno preso posto nei loro banchi e Canelli ha potuto fare il punto della situazione. Un piano che ha presentato risultati certamente inferiori alle attese preventivate al momento della stesura del bando iniziale: bilanci quasi tutti in rosso, che hanno già in parte eroso una parte del capitale sociale e che, in caso di continuazione di questo trend, avrebbe portato l’azionista pubblico, cioè la Sun, e quindi il Comune, nella condizione di aprire il portafoglio e contribuire alla ricapitalizzazione».

Il perché di questo parziale risultato negativo, o almeno non positivo come ci si aspettava, è stato individuato in tre motivi: la diminuzione del numero di stalli blu, un numero eccessivo di permessi riservati ai residenti e contemporaneamente un aumento dei mezzi ecologici, esentati dal pagamento. A questo punto, ha spiegato Canelli, «le ipotesi che si profilavano erano aumentare le tariffe, ridurre i permessi gratuiti oppure fare pagare la sosta anche ai mezzi ecologici. Noi abbiamo scelto un’altra strada, quella di prolungare la concessione di altri otto anni confidando che l’investimento così “spalmato” nel tempo possa essere uno dei fattori di riequilibrio».

Dichiarazioni che hanno acceso la miccia fra le parti, che si sono a lungo rimbalzate le responsabilità dell’attuale situazione, dovute a scelte che il consigliere di maggioranza Valter Mattiuz ha definito «scellerate. Per la precedente amministrazione il Musa è stata la sua tomba politica», mentre Arduino Pasquini ha parlato di «bando scritto male e progetto che ha sostanzialmente fallito quelli che erano i suoi obiettivi».

Dall’altra parte il Pd ha fatto fuoco. Dall’ex sindaco Andrea Ballaré («E’ una sconfitta ecologica»), a Rossano Pirovano a Emanuela Allegra: «Scelte che stupiscono anche dal punto di vista della tempistica. Che ci sia qualche interesse legato al nuovo parcheggio sotterraneo?». Il fronte comune è quello che il centro destra, che ha costruito una parte del suo successo elettorale  del 2016 giocando la carta “anti Musa” abbia tradito il suo elettorato. Come ha lasciato in qualche modo intendere il Movimento 5 Stelle. Così Mario Iacopino: «Noi siamo stati sempre contrari, ieri come oggi. Almeno quelli del Pd ci hanno messo e ci mettono ancora la loro faccia».

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Luca Mattioli

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