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Marano Ticino, una messa ha potuto ricordare don Giovanni Bossi, parroco per 20 anni

Il Covid aveva impedito che tutti i suoi parrocchiani potessero accompagnarlo nell’ultimo viaggio, salutarlo un’ultima volta. È stata organizzata domenica 20 settembre a Marano Ticino la messa in ricordo di don Giovanni Bossi, parroco del paese dal 1973 al 1993. Da quando don Giovanni era stato trasferito a Borgosesia, non aveva mai mancato di portare con sé il ricordo di tanti maranesi, di venti lunghi anni trascorsi in serenità. «Lui stesso aveva scritto, con la sua vecchia Olivetti, i nomi su foglietti inseriti poi all’interno del cuore – ha detto Don Silvio Barbaglia, docente di Sacra Scrittura in seminario a Novara, neo parroco di Veveri e cugino di don Giovanni – Lo aveva portato con sé quando se ne era andato da Marano per trasferirsi a Borgosesia: ogni anno, in occasione della festa, lo appendeva al collo della statua della Madonna di Foresto, chiedendo per tutti voi benedizioni. Questo cuore ora torna ai maranesi, come lui vorrebbe».

 

 

Domenica mattina la messa è stata concelebrata anche dall’attuale parroco don Andrea Massarotto e da don Piercarlo Comazzi, maranese, ora sacerdote penitenziere e prefetto di Sacrestia al Santuario di Re. Tante foto appese ai pannelli, la presenza di tante persone: gesti che hanno messo in mostra quanto don Giovanni fosse legato alla comunità maranese. «Caro don Giovanni, le orme che lei ha lasciato su questa terra, tra le vie di Marano, sui sentieri della montagna e soprattutto nei nostri giovani cuori, non si cancelleranno – ha letto con commozione uno di loro -. (…) Le chiediamo di continuare a volgere il suo sguardo paterno su di noi».

Anche i rappresentanti della parrocchia hanno voluto ricordare quanto fatto da don Giovanni Bossi durante la sua permanenza a Marano e il suo instancabile impegno: dalla creazione del Gruppo pastorale alla cura per l’asilo, dall’amore per i giovani dell’oratorio a quello per la corale, dalla creazione di un mensile parrocchiale all’attenzione in ogni gesto rivolto alla comunità e ai singoli.

Ancora parole di affetto sincero dalla corale San Giovanni Battista, dagli alpini e dall’amministrazione comunale: tutti domenica hanno voluto esprimere un messaggio di affetto. «Don Giovanni amava Marano e ha sempre continuato ad amare la sua comunità, seguendo con attenzione tutto ciò che succedeva, fino a pochi giorni prima di tornare alla casa del Padre.  Oggi possiamo solo dire “Grazie di tutto Don”, – ha detto il sindaco Franco Merli – per avere condiviso con noi un pezzo di cammino, per essere entrato a far parte della nostra vita, per averci accompagnati e molte volte aiutati a essere migliori».

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Elena Mittino

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