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Erasmus e master Emotion nell’epoca del Covid

Percorsi di internazionalizzazione superiore come “Erasmus”, “Emotion”, etc. figurano certamente come ‘tappa obbligata’ per tutte quelle studentesse e studenti universitari in cerca di un’esperienza formativa all’estero accademico-umana con tutte le sfide di crescita personale che questa comporta: dall’integrazione in una società diversa da quella di appartenenza (per cultura, lingua, etc.) al dover confrontarsi con problemi di portata molto più banale (si prenda in considerazione una “semplice” telefonata alla compagnia della luce per risolvere un problema al contatore) che, in un contesto di residenza presso il proprio nucleo famigliare, sarebbe stata delegata ad uno dei due genitori. Senza contare i momenti di nostalgia, scaturiti dalla lontananza da casa, che, di tanto in tanto, possono normalmente affiorare all’animo per via della distanza dai propri cari, corredando l’esperienza all’estero di note malinconiche e complicando il suo svolgimento. Svolgimento che, in caso di una pandemia globale come quella in corso dallo scorso febbraio, può essere realmente minato o non avere mai luogo.

È proprio in questa cornice che i microfoni di radio 6023 registrano due esperienze complementari, due “facce della stessa medaglia” che, da una parte, mostrano le difficoltà che un evento anomalo come una pandemia possano creare a qualsiasi “Erasmus” o “Emotion” all’estero e, dall’altra, il supporto dedicato da studenti e studentesse loro pari. È così che si alternano e completano le testimonianze di Jelena, studentessa serba del master “Emotion” in “Scienze cosmetiche e dermatologiche”, e Mathilda, studentessa di “Chimica e tecnologie farmaceutiche” originaria di Vicenza origine e presidente dell’associazione no-profit attiva nell’accoglienza di studenti in scambio presso UPO e la città di Novara.

 

Giunta a settembre a Novara, in un primo momento, Jelena ha dovuto passare le prime due settimane del suo soggiorno in isolamento, come previsto dal protocollo anti-contagio, seguendo le lezioni da remoto e non potendo interagire vis-à-vis coi propri compagni di corso. Poi ha potuto sì frequentare le lezioni in presenza ed interagire coi propri colleghi, nonostante gli argomenti di discussione ruotassero principalmente attorno al tema “COVID” e le interazioni sociali fossero scandite dalle norme anti- contagio. Nonostante tutto, Jelena mantiene un atteggiamento positivo per il futuro, attendendo con trepidazione il momento in cui le restrizioni cesseranno per “non dover mai più indossare la mascherina, andare al cinema, all’opera e visitare il resto d’Italia”.

 

D’altro canto, Mathilda racconta di come ESN non abbia mai cessato la sua attività. “Nonostante l’impossibilità di svolgere attività in presenza a causa delle restrizioni anti-COVID, noi di ESN rimaniamo in contatto con gli studenti e le studentesse internazionali a Novara per non lasciarli soli durante il periodo di quarantena” ha affermato. “Una volta terminata la pandemia ed abolite le restrizioni anti-contagio, ESN riprenderà lo svolgimento regolare delle attività per le quali è stata fondata: far divertire gli studenti e le studentesse straniere durante il loro soggiorno a Novara e nei territori UPO” ha aggiunto.

 

Una situazione che, nelle sue sfaccettature negative, colpisce tutti da vicino ma che, come mostrato, può essere alleggerita con empatia ed aiuto reciproco.

 

Per ascoltare l’intervista, visita il nostro pofilo Mixcloud.

 

Davide Borello

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