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NovaraJazz compie vent’anni e festeggia con 50 concerti e 200 artisti da tutto il mondo

Si comincia il 1 giugno con una no stop di appuntamenti che culmineranno nella street jazz per le vie del centro sabato 10 e domenica 11 giugno

Una traguardo importante per uno dei festival di maggiore successo: il NovaraJazz compie 20 anni e festeggia la nuova stagione con 50 concerti e 200 artisti che arrivano da tutto il mondo. Si comincia il 1 giugno con una no stop di appuntamenti che culmineranno nella street jazz per le vie del centro sabato 10 e domenica 11 giugno.

Durante la presentazione alla stampa della sale di Palazzo Bellini, sede della Fondazione Banca Popolare per il territorio, Riccardo Cigolotti, fondatore del NovaraJazz insieme a Corrado Beldì, ha elencato gli oltre cinquanta sponsor della 20esima edizione: in quel momento si ha avuto l’impressione che al di là dei ringraziamenti di rito, il festival ora abbia davvero un posto importante nel panorama dell’offerta culturale della città e che la sua fama vada oltre i confini cittadini.

Lo ha detto bene il presidente della Fondazione Bpn, Franco Zanetta: «Al Festival va riconosciuta una doppia valenza, una di micro-dimensione per aver messo in risalto, attraverso musica di grande qualità, le bellezze e le realtà economiche del territorio novarese, e l’altra di macro-dimensione ossia quella di aver saputo portare in città musicisti e band di rilievo internazionale».

Del resto anche i numeri parlano chiaro: a Novara dal prossimo primo giugno, per due lunghi weekend, fino all’11 giugno saranno ospiti più di 150 artisti italiani e più di 50 stranieri per oltre 50 appuntamenti. Tra gli appuntamenti più importanti possiamo ricordare Rob Mazurek con tre progetti-Exploding Star Orchestra, New Future City Radio, Chicago/Sao Paulo Underground-Flat Earth Sociey Orchestra, BCUC-Bantu Continua Uhruru Consciounseness, EABS meets Jaubi. Poi “i grandi soli”, tra i quali Angelica Sanchez, Nicole Mitchell e Joe McPhee, anche destinatari della “Chiave d’oro” 2023 di Novara Jazz. E poi ancora un’anteprima mondiale per NovaraJazz, del pianista Veryan Weston. Per il jazz italiano da ricordare le presenze di Adriano Viterbini & Enzo Pietropaoli, Antonello Salis & Sandro Satta, e ancora due produzioni di WeStart, TUN-Torino Unlimited Noise e Anais Drago-Terre Ballerine.

Se, a tutto ciò, aggiungiamo le presentazioni di libri, le mostre, le jam sessions, le pedalate ciclo-turistico-musicali e la musica nelle strade e nelle piazze della città, con giovani musicisti provenienti da 80 Conservatori italiani, il quadro della kermesse novarese è oltremodo ricco.

Tutto questo avverrà nelle cornici più suggestive della città come il complesso monumentale del Broletto, la basilica di San Gaudenzio, il chiostro della Canonica, il giardino della Soprintendenza, il castello, la chiesa di San Giovanni Decollato, la chiesa del Carmine, Palazzo Bellini e Nòva. Ma non solo, il Festival andrà anche fuori città e toccherà la chiesa di San Pietro di Carpignano Sesia, il castello Solaroli di Briona, Villa Caccia di Romagnano Sesia, il santuario antonelliano di Boca, Villa Antonelli di Maggiora, Parco Beldì a Oleggio e aziende agricole come la Cascina del Buonumore di Boca, le Cantine Crola di Mezzomerico, l’agriturismo Vignarello di Tornaco, la Società agricola I Dof Mati di Fara.

Elencare non è mai bello, ma è certamente utile per dare un’idea dello sforzo organizzativo di un festival, nato tra amici, e ormai presenza importante nella scena del jazz italiano e non solo. Il programma completo del festival è consultabile al link https://www.novarajazz.org/ .

Va ricordato che durante il Festival, l’11 giugno, ATL Novara metterà a disposizione una guida gratuita per brevi visite che si effettueranno mezz’ora prima dei concerti alla Galleria Giannoni (alle 12), la chiesa del Carmine (alle 15) e il Palazzo della Soprintendenza (alle 17.30). Le visite sono prenotabili al numero 0321-394059. Un ventennale del festival che sarà certamente ricordato.

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Mario Grella

Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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