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L’ideal-tipo di Facebook (New Entry)

L’evoluzione degli ideal-tipi presenti nei social è, come tutto, in continuo mutamento e naturalmente occorrono degli aggiornamenti. Vediamo di fare il punto delle “new entry”.

IL SANREMISTA: figura, in realtà, presente da anni su Facebook, era relegato in secondo piano; pubblicava timidamente foto di qualche cantantino o qualche immagine del Teatro Ariston. Ormai invece i “sanremisti” sono tracimati e hanno invaso ogni angolo delle pagine Facebook. Pubblicano di tutto: fotografie, video, tracce audio, link di giornali, ma soprattutto compongono dotti saggi sociologici che, iniziano con le invettive contro chi dice di non guardare il festival (cosa che ritengono assolutamente impossibile) e terminano inneggiando a Salvini. Il “sanremista” si sente investito dal sacro fuoco e invece potrebbe essere investito da un’automobile, se sorpreso sul lungomare sanremese. Trancia giudizi feroci su presentatori, cantanti, ospiti, pubblico; si salvano solo Vincenzo Mollica per ovvi motivi e l’ospite-caso umano (sempre presente nei festival). Il “sanremista” può anche beatificare gli stessi presentatori, cantanti, ospiti, pubblico nel caso gli vadano a genio. Il “sanremista” risponde a tutti gli interventi degli altri utenti, salvo poi cancellarli dalla lista degli amici o bloccarli, se solo osano non pensarla come lui. Non è rara la querela per lesa maestà al “canzonettificio ligure” e interventi che occupano dalle due righe a tutto lo spazio disponibile sul proprio profilo. Il “sanremista“ dorme poco (dovendo seguire il festival), è già attivo dalle prime ore del mattino pubblicando post minacciosi o allusivi a quanto accadrà alla sera. Dopo il festival il “sanremista“ scompare, rimuove, tende a diventare mimetico. Nei casi più gravi, nega di aver seguito il festival e cade in un profondo letargo fino al febbraio successivo. Il “sanremista” una volta si collocava politicamente a esclusivamente a destra o al centro, oggi esiste anche il ”sanremista di sinistra“, molto più colto, ma molto più rompicoglioni. Il ”sanremista” appartiene ad ogni classe sociale, sesso, fascia di età. E’ da considerarsi un ammalato e come tale merita rispetto.

 

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LO STALKER DI GRETA THUNBERG: vive nel classico stato di bipolarità; è generalmente un uomo gentile, cortese, anche simpatico che pubblica le foto della famiglia, del cane e delle cene con amici e colleghi. Si comporta, insomma, in maniera gradevole e sta con una certa empaticità sui social. Quando però sulle pagine di Facebook compare una foto della bambina svedese, lo stalker sbotta, dà in escandescenze, erutta, esplode. Tutta la sua rabbia velenosa si scarica sulla povera bambina che viene seduta stante collocata nella vasta categoria delle donne dai facili costumi. A questo punto lo stalker non molla più la preda, la segue ovunque come uno squalo eccitato dall’odore del sangue. Le motivazioni sono piuttosto semplici: lo stalker se ne fotte della natura, ma non ama che qualcuno glielo faccia notare. E’ un fumatore e un automobilista incallito, un inquinatore, frequentatore di piste da sci, sprecone, consumista, ma sopratutto papà, e se quella fosse figlia sua, la manderebbe a scuola a calci nel culo altro che borraccette di metallo! Naturalmente esiste anche la versione femminile, ma la descrizione dello stalker donna sarebbe adatto solo ed esclusivamente ad un pubblico adulto.

L’APOLITICO: è un leghista o un fascista convinto! ma non lo ammetterà mai. In ogni questione afferma di non interessarsi di politica, poi però mette like esclusivamente a: 1. Pagina degli amici Predappio; 2. Pagina dedicata alla memoria dello scultore Enrico Butti (autore del monumento ad Alberto da Giussano a Legnano); 3. Pagina del Ku Kux Klan. La sua attività sui social è circoscritta all’indignazione, riferita a fatti come tunisini che derubano paralitici, marocchini che picchiano ciechi, nigeriane che cagano dentro l’ufficio postale (e davanti a tutti) e poco altro. Professano in continuazione di non occuparsi di politica poiché è una cosa sporca. Sono favorevoli alla pena di morte, alla castrazione chimica, alla tortura (ove occorra), al licenziamento degli statali (tutti). Odiano le tasse, odiano i tassatori, odiano i tassisti (per affinità linguistica).

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Mario Grella

Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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