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Monsignori che ho conosciuto

La Chiesa Cattolica non riserva solo ai Vescovi l’antico ed aulico titolo di Monsignore, abbreviato Mons.

Anche un semplice sacerdote può essere insignito a titolo onorifico di questo titolo per i suoi meriti ecclesiali e sociali .

Per esempio Don Mario Bandera per molti anni direttore del Centro Diocesano Missionario fu fatto Monsignore in un tempo molto vicino a noi in cui si usava poco.

Ne ho conosciuti alcuni Monsignori del nostro clero diocesano novarese.

Ad esempio Mons. Enrico Nobile, docente di etica in Seminario e di religione alle Magistrali.

Elegantissimo nel suo clerygman blu, occhi celestissimi, sulla fronte portava ben visibile una cicatrice .

Era il ricordo delle torture che gli avevano praticato i nazisti quando da poco ordinato prete collaborava con la Resistenza . Aveva subito unito l’unzione con l’Olio per celebrare i santi misteri con quella del sangue per difendere la libertà degli uomini . Quando in bacheca alle Magistrali apparve un manifesto di destra che insultava i partigiani disse :” il ragazzo che lo ha appeso non sa quello che fa” con un tono dolce e sconsolato , eppure quando lo torturavano non era molto più vecchio di quel ragazzo.

Mons. Giuseppe Cacciami, direttore della Stampa Diocesana Novarese, anzi il suo fondatore poiché riuscì’ a collegare ed ad integrare in unica azienda editoriale i vari tanti giornali cattolici sparsi sul territorio diocesano ma anche fondatore del SIR che sembrava la sigla di un servizio segreto e invece era un’agenzia nazionale di informazione religiosa al servizio della CEI che prima di allora non esisteva . 

Essendo il Vicario del Verbano Cusio Ossola che in quegli anni si distaccava da Novara e acquisiva una sua completa autonomia politica ed amministrativa era in pratica , anche se non consacrato, una sorta di Vice Vescovo per la zona del Lago o almeno così lo percepivano tutti, i fedeli e anche quelli meno fedeli.

I suoi corsivi denominati Spillo erano grondanti di cultura ed erano sempre uno scontro brillante e pieno di ironia con la cultura contemporanea , i suoi miti, le sue ideologie e i suoi idoli lontani dalla Chiesa.

Mons.Carlo Brugo, cancelliere della Curia, cappellano delle Suore del S. Cuore, insegnante di religione alle Medie al Duca d’Aosta.

Sempre in tonaca perfetta , con la mantella nera, alto, magrissimo , sempre dritto fin in tarda età . Era stato il segretario del Vescovo Leone Ossola, che non aveva giurato fedeltà alla Repubblica di Salo’ che la S. Sede non riconobbe e perciò di diritto Vescovo di Novara lo divenne solo dopo la Liberazione, prima fu padre di tutti i novaresi travolti dall’orrore della guerra civile . Mons. Brugo aveva visto in faccia la morte, l’odio, tutte le atrocità e il peggio degli uomini , se lo guardavi bene in faccia capivi che era diventato un uomo che non aveva più timore di niente e di nessuno. 

Mons. Francesco Maria Franzi invece era Monsignore ma tutti lo chiamavano solo Padre,  perché era il

Vescovo Ausiliare di Novara, mentre andava da S. Giuseppe alla Curia recitava sempre il S. Rosario, mentre girava spesso  tutta la Diocesi in vagoni di seconda classe, ma solo perché era stata abolita la terza, recitava sempre  il Rosario. Quando non recitava il Rosario sembrava lo stesso che la Madonna fosse seduta lì vicino a lui, mentre lui ti ascoltava con rispetto anche se eri solo un ragazzino , e che ad un certo punto lui dovesse presentartela : “ Madre ecco Tuo figlio, Figlio ecco Tua Madre”, poi non lo faceva ma tu avevi l’impressione che fosse successo lo stesso anche senza apparizione e miracoli annessi, tanta era la familiarità di quell’uomo con Maria .

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Pier Luigi Tolardo

Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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