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Il Divisionismo rivive al castello. Riapre la mostra chiusa in primavera

Inaugurata un anno fa nelle sale del castello visconteo sforzesco e poi forzatamente chiusa in seguito al lockdown della scorsa primavera, la mostra sul Divisionismo riapre i battenti il prossimo 24 ottobre in forma “Rewind” e, salvo diverse disposizioni per il contenimento del Covid-19, sarà visitabile per tre mesi fino al 24 gennaio.

L’esposizione, curata da Annie-Paule Quinsac, tra le più note studiose della corrente artistica, esperta in modo particolare di Segantini e Gubricy, espone opere di proprietà di collezionisti, di autori tra i massimi esperti della corrente divisionista. Grazie alla disponibilità dei prestatori sono state confermate 61 delle 67 opere presenti nel primo allestimento, provenienti da prestigiosi musei, istituzioni pubbliche e collezioni private. Quelle mancanti, già destinate ad altre esposizioni o impossibili da movimentare una seconda volta, sono state sostituite con opere altrettanto importanti. Purtroppo non ci sarà “La maternità” di Previati che era stata esposta al piano terra e frubile gratuitamente: un’opera monumentale (misura 177×411,5) di proprietà del Banco Bpm, prestata per l’occasione ed esposta per la prima volta a Novara.

 

 

«Nella sala 2 – spiega Paolo Tacchini, presidente di Mets, l’associazione che ha organizzato la mostra – “Petalo di rosa” del 1890 di Segantini sostituisce “Fuori porta” di Sottocornala, un capolavoro legato a Brera ’91, la prima mostra italiana sul Divisionismo, che Segantini aveva deciso di esporre e poi all’ultimo momento aveva ritirato. Nella sala 3 “Venduta!” di Morbelli (1897) sarà al posto di Longoni “Le riflessioni di un affamato”: un quadro che era già stato esposto con “Ottocento in collezione” ma completamente restaurato ha cambiato volto. Nella sala 4, dedicata a Pellizza da Volpedo, “La piazza di Volpedo” sostituisce “La processione” che era stata promessa alle Gallerie d’Italia. Il nuovo dipinto, invece, realizzato da Pellizza dopo il soggiorno a Firenze, non si vedeva da molto tempo e permette di apprezzare l’influenza di Fattori e dei Macchiaioli sull’autore. Nella stessa sala restano “Il ponte” e “Il fienile” mentre “Il tramonto” viene sostituito da “Il ritorno dei naufraghi al paese” del 1894».

 

 

Nell’ultima sala, la 8, un Morbelli ne sostituisce un altro: via “L’alba domenicale” che fa spazio a “Per sempre” «un dipinto straordinario legato al tema della tisi e della morte con lo sfondo del lago di Iseo».

In seguito alle normative sul distanziamento, non è prevista un’inaugurazione ma solo una riapertura sabato 24. Il biglietto di ingresso potrà essere acquistato direttamente al castello oppure on line ma solo per fasce orarie: possono entrare fino a 20 persone ogni 20 minuti (60 ogni ora) mentre i gruppi possono essere formati da un massimo di 10 persone. Le visite guidate hanno la durata di un’ora. Qualche giono prima dell’apertura sarà possibile scaricare sul proprio smartphone la app della mostra con l’audioguida dedicata.

«Il riallestimento della mostra – conclude Tacchini – è accompagnato da un piccolo volume con le schede critiche bibliografiche ed espositive dei cinque nuovi quadri. Il volume, che costituisce un’appendice del catalogo, sarà offerto in omaggio agli acquirenti di quest’ultimo e potrà comunque essere acquistato anche separatamente».

Per tutte le informazioni sul costo dei biglietti, sconti e modalità di ingresso cliccare QUI.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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