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Lunedì la Camera di commercio del Quadrante avrà il suo primo presidente. Ravanelli rimane il nome più “gettonato”

La lunga attesa è (forse) finalmente terminata. Lunedì mattina, 21 dicembre, è previsto l’insediamento del Consiglio della “nuova” Camera di commercio di Biella e Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola, l’ente camerale di “Quadrante” risultato delle “fusioni” dei tre (Vercelli e Biella si erano già precedentemente unite) organismi esistenti. Un processo di razionalizzazione del sistema camerale che a livello nazionale porterà il numero delle Camere a scendere da 105 a 60, con un risparmio stimato di circa 50 milioni di auro l’anno, giunge così al termine.

Uno dei primi atti sarà l’elezione del presidente, sul cui nome sono trapelate non poche indiscrezioni. Come spesso succede in queste circostanze, si dovrà in qualche modo cercare di accontentare un po’ tutti i territori rappresentati. Lo aveva anticipato senza troppi giri di parole Maurizio Comoli, ultimo presidente “effettivo” della Camera di commercio novarese e poi commissario “traghettatore” in vista della nascita del nuovo ente al momento della presentazione del consuntivo del suo mandato nello scorso mese di settembre, quando il Consiglio in carica era decaduto per effetto di una delle disposizioni previste dal Governo con il “Decreto agosto”. E sempre in quella sede Comoli, con il segretario generale Cristina D’Ercole, nel confermare che la sede legale della nuova Camera sarebbe toccata alla città di Vercelli, si era augurato che al vertice venisse eletto un novarese, autoescludendo al tempo stesso la sua persona: «Ho accettato l’incarico – aveva detto Comoli – proprio per favorire questo processo di unione in vista delle sfide future ci attendono, a cominciare da quelle organizzative. La mia esperienza finisce qui».

 

Un nome di prestigio, autorevole, bene accolto da tutti, insomma, quello del futuro presidente. E fin da subito uno dei “papabili” era stato indicato in Fabio Ravanelli, vicepresidente e amministratore delegato di Mirato Spa. Ravanelli, oggi anche presidente del Cda della Fondazione Teatro Coccia, è stato per diversi anni ai vertici dell’Ain, l’Associazione industriali di Novara, prima che anche questo organismo di unisse con Vercelli e Valsesia, dando origine a Confindustria Nvv.

Il nome di Ravanelli continua a rimanere il più “gettonato”, anche se negli ultimi mesi qualche malumore si era registrato, ma a livello regionale, per il fatto che alla presidenza di tre delle quattro camere piemontesi “superstiti” (oltre alla “nostra” sono rimaste quelle di Torino e Cuneo, mentre Alessandria e Asti si sono anch’esse unite) fosse toccata a esponenti del settore industriale. Cosa che avrebbe in qualche modo “scontentato” gli altri comparti. Situazioni comunque lontane dal nostro territorio, che in ogni caso non dovrebbero minimamente toccare la candidatura dell’imprenditore novarese.

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Luca Mattioli

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