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Un giovane 17enne pronuncia il discorso per i Martiri di Vignale

Nel corso di una mattinata autenticamente pazza dal punto di vista meteorologico (un forte acquazzone ha finito per lasciare posto a un caldo sole poco prima dell’inizio della cerimonia), Novara ha ricordato i “Tredici Martiri” di Vignale nel 76° anniversario dell’eccidio avvenuto nell’estate del 1944 tra il ponte stradale e quello ferroviario della frazione novarese.

Al tradizionale appuntamento è stata, come accade ormai da parecchi anni, l’assessore Silvana Moscatelli a portare il saluto dell’Amministrazione, anticipando un’autentica novità: «Si parla spesso di “memoria” da tramandare alle giovani generazioni. Quest’anno abbiamo deciso di passare il… testimone e, su invito dell’Anpi, abbiamo affidato a uno studente di 17 anni, Erminio Mancin, parente di Iginio, uno dei trucidati in quel tragico giorno. E’ l’occasione perché tanti giovani prendano in mano la memoria ma anche quei valori che questa cerimonia può rappresentare».

Riuscendo a nascondere una più che giustifica emozione, Mancin ha ricordato la figura del parente, della cui storia «sono venuto a conoscenza quando avevo 10 anni. Venne ucciso nei presso del ponte stradale (insieme a Renato Cristianini, Giovanni e Natale Viotti, Fausto Gatti, Secondo Passera ed Erminio Sala; Orione e Spartaco Berto, Antonio Denti, Pietro Molinari, Giuseppe Schiorlini e Angelo Saini vennero invece fucilati all’altezza del ponte ferroviario, ndr). Un adolescente appena più grande di me morto da uomo. Ed è fondamentale che i giovani come me – ha proseguito – si assumano l’impegno di essere testimoni dei testimoni, con la responsabilità di tramandare alle generazioni future la conoscenza di ciò che è stato, affinché non accadano orrori come quello che siamo qui a commemorare. Conoscere e raccontare queste verità storiche è l’unico mezzo utile per sensibilizzare le persone e farle riflettere su ciò che pare ovvio, ma che per alcuni ancora non lo è».

Da un giovane, senza dimenticare una testimone diretta. Stiamo parlando di Costanza Arbeja, partigiana “garibaldina” oleggese che nonostante le quasi 94 primavere e le limitazioni imposte dalle recenti misure sanitarie, non ha voluto mancare anche in questa occasione alla cerimonia, cantando “Bella ciao” insieme ai presenti e salutando affettuosamente Mancin, rappresentando, almeno idealmente, un passaggio di consegne fra chi c’era e chi può continuare a raccontare…

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Luca Mattioli

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