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Su Casa Bossi c’è il nulla osta della Soprintendenza. Riqualificazione sempre più concreta

Il documento sarà approvato domani in giunta e poi verrà esposto in commissione. Lo stesso testo dovrà essere votato in consiglio comunale

Era l’ultimo scoglio da superare, ora si può guardare avanti. Questa mattina la Soprintendenza ai beni culturali e ambientali ha dato il nulla osta al progetto di riqualificazione di Casa Bossi: se il parere fosse stato negativo, l’iter avrebbe dovuto ripartire da zero. Un passaggio fondamentale, dunque, per un progetto che ha posto le basi nel 2017, quando Ream Sgr (società che gestisce asset per un miliardo di euro con enti pubblici e privati) ha avanzato al Comune una proposta per il conferimento di Casa Bossi in un fondo immobiliare insieme all’ex Macello e alla manifattura Tabacchi di Torino di proprietà del demanio, quest’ultima svincolata in un secondo momento. Nel 2019 il Comune ha affidato lo studio di fattibilità alla società Rina Prime che ha stimato il valore del fondo in 2 milioni di euro per Casa Bossi e 2 milioni e 300 mila per l’ex Macello.

La notizia del via libera è stata data questa mattina, lunedì 5 luglio, dal sindaco Alessando Canelli, proprio a Casa Bossi durante la conferenza stampa del progetto nazionale “Si può fare” che vede la dimora antonelliana quale protagonista come unica location su tutto il territorio regionale. (leggi qui)

«Casa Bossi va recuparata, conservata e valorizzata: è questo il dovere di una pubblica amministrazione sugli immobili di interesse culturale – ha affermato Canelli -. Abbiamo ricevuto dalla Soprintendenza il via libera per il progetto di riqualificazione: sappiamo quanti tentativi nel corso degli anni sono stati fatti per cercare di mettere a posto la Casa che è un simbolo della città. Finalmente è arrivato il decreto per il progetto al quale stiamo lavorando da più di tre anni e che contiamo di concludere entro la fine di luglio. C’è stata una proposta con un project financing e, al termine dell’iter, si potrà pubblicare il bando per la gestione degli spazi. Anche nel caso in cui dovesse andare deserto, c’è comunque il proponente pronto a investire. Non siamo mai stati così vicini all’inizio della vera rifunzionalizazione di questo luogo».

E poi una lode al Comitato d’Amore che da più di dieci anni si occupa della cura e della custodia del bene: «Questo percorso, cantiere della conoscenza, portato avanti dal Comitato, non dovrà cambiare: la Soprintendenza ha dato delle prescizioni specifiche dove la fruibilità pubblica di Casa Bossi dovrà essere garantita. Su questo ci mettiamo la faccia» ha concluso il sindaco.

Il Comune entrerà, così, a far parte del fondo immobiliare senza perdere la proprietà; i gestori avranno il compito di reperire risorse da investitori istituzionali stimate in 33 milioni di euro. Il fondo ha un durata di 17 anni al termine dei quali si potrà decidere di prorogarlo oppure di metterlo in liquidazione; in questo caso il Comune avrà il diritto di prelazione sulla riacquisizione di Casa Bossi al 100%.

La destinazione degli spazi è quella nota da tempo: residenze temporanee agli ultimi due piani, uffici di rappresentanza affittati a enti e istituzioni; al piano terra spazi dedicati alla cultura, mostre, eventi, promozione del territorio con uno spazio riservato all’attività di Antonelli in un percorso artistico che si lega al recupero della Cupola; bar e ristorante, e nel sotterraneo spazi per convegni. Un’area sarà dedicata alle attività del Comitato d’Amore .

Il documento sarà approvato domani mattina, 6 luglio, in giunta e poi verrà esposto in commissione. Lo stesso testo dovrà essere votato in consiglio comunale durante l’ultima seduta prima delle ferie estive. E le discussioni saranno accese.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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