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Piemonte virtuoso, già vaccinato il 2,8% della popolazione

Il Piemonte è tra le regioni più virtuose sul fronte delle vaccinazioni anti Covid, e procede tra le più spedite in Italia. Ad oggi, lunedì 10 febbraio, già 120.999 tra operatori della sanità e mondo delle Rsa sono stati vaccinati anche con la seconda dose, il 2,78% della popolazione. Dall’inizio della campagna in Piemonte sono state somministrate 264.212 dosi, cioè il 91,5% delle 288.850 rese disponibili alla nostra regione, considerando anche gli ultimi arrivi di vaccini Pfizer.

Oggi l’assessore regionale Luigi Icardi, in qualità di coordinatore nazionale della Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni, è intervenuto presso il Governo per richiedere un tavolo tecnico che fornisca «indicazioni precise sull’utilizzo del vaccino AstraZeneca sulle persone over55 e senza patologie, sulla data di somministrazione della seconda dose e sull’acquisto da parte dell’Italia di ulteriori forniture di vaccini in autonomia rispetto agli accordi con l’Europa».

 

 

In tema vaccini sono intervenuti anche i consiglieri regionali del Pd, Domenico Rossi, vicepresidente della Commissione sanità regionale, e Daniele Valle, presidente della commissione d’indagine Covid 19. «Chiediamo che anche la Regione Piemonte adotti il metodo ‘panchina’ già attivato dalla Regione Lazio per evitare lo spreco di dosi di vaccino» affermano, spiegando che «ogni giorno durante i turni di vaccinazione possono esserci defezioni dell’ultimo minuto, ma quelle dosi non devono andare perse. Seguendo l’esempio di Israele, la Regione Lazio ha previsto di affidarle alle USCAR per farle a domicilio agli over 80 che hanno già aderito alla campagna». «In questo modo – concludono Rossi e Valle – è possibile salvare le dosi, destinandole in maniera trasparente alla fascia di popolazione più fragile che potrà anche anticipare i tempi di attesa».

VACCINAZIONI IN PIEMONTE, I NUMERI

Dunque il Piemonte è tra le regioni dove si vaccina di più: 26,9 persone ogni mille abitanti, contro una media italiana di 20,2 e dietro solo a Valle d’Aosta (29,2), Trentino A. A. (27,7) ed Emilia-Romagna (27,5). Guardando alle dosi somministrate rispetto a quelle ricevute il Piemonte è fra le quattro regioni sopra il 100%, a parità di tempi di distribuzione, insieme a Puglia, Valle d’Aosta, Campania e Marche, dato che indica un utilizzo anche della sesta dose di ogni fiala Pfizer, garantita per cinque.

Questi dati si rilevano dai numeri odierni forniti dal Commissario straordinario Covid-19 (“open data” con un aggiornamento precedente a quello regionale), che consentono un confronto con tutte le regioni italiane.

Dagli stessi dati si apprende la suddivisione delle dosi iniettate che, in Piemonte, hanno interessato 172.803 femmine contro 86.287 maschi, con una suddivisione del tutto coerente con il resto d’Italia

Nella nostra Regione ad oggi le dosi iniettate sono quasi tutte Pfizer/BionTech (99,9%). A riceverle soprattutto gli operatori sanitari e socio sanitari (176.091 dosi, il 68% del totale), quindi il personale non sanitario (47.113 dosi, il 18,2%) e operatori e ospiti delle Rsa (35.886 dosi, 13,9%); nessun anziano con più di 80 anni residente in famiglia (in Piemonte si inizia il 21 febbraio), mentre in Italia si è già somministrato a questa categoria l’1,4% delle dosi.

Guardando alle fasce d’età la suddivisione delle vaccinazioni è paragonabile al resto d’Italia, anche se in Piemonte c’è una leggera prevalenza di persone sopra gli 80 anni (ospiti di Rsa) anche in virtù della maggior presenza di anziani nella popolazione regionale. Le dosi risultano così somministrate: 66.967 (25,8%) alla fascia d’età fra 50 e 59 anni, 48.018 (18,5%) a quella fra 40 e 49 anni, 38,738 (15%) alla fascia 60-69, 36.688 (14,2%) alla fascia 30-39, 26.138 (10,1%) alla fascia 20-29 anni, 15.517 (6%) agli anziani fra 80 e 89 anni, 13.624 (5,3%) a quelli tra 70 e 79 anni e 13.020 (5%) a quelli ultranovantenni. Tra i vaccinati anche 380 giovani tra 16 e 19 anni.

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Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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