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Manenti (Comitato per Pernate): «Il sindaco pensi prima di tutto agli interessi dei cittadini»

Torna a farsi sentire il “Comitato per Pernate” all’indomani della notizia secondo la quale il Comune avrebbe “svincolato” una superficie di circa 850 mila metri quadrati in un’area situata l’autostrada e l’abitato della frazione novarese per essere destinata all’insediamento di nuovi capannoni nel settore della logistica.

«Si tratta di terreni a destinazione agricola – piega Paolo Manenti, uno dei referenti del Comitato che da oltre lustri si batte per la tutela dei un territorio da tempo minacciato su diversi fronti – e, guarda caso, l’operatore interessato sarebbe lo stesso che un anno fa aveva iniziato a contattate i singoli proprietari, sondando le loro intenzioni in caso di un’offerta di acquisto».

 

 

L’area interessata rientra nel perimetro che il Piano regolatore riserva all’espansione del Cim, ma quello che più “infastidisce” i diretti interessati è l’atteggiamento dell’Amministrazione, che dopo aver annunciato di voler “minimizzare” nuovi insediamenti a Pernate per indirizzare le sue attenzioni verso il vicino territorio di Galliate, «ora sarebbe ritornata sui suoi passi, manifestando oltretutto nella circostanza una scarsa trasparenza. E’ il modus operanti che non ci piace – aggiunge Manenti – Il progetto non è stato presentato né discusso insieme ai cittadini pernatesi. Temiamo che si possa ripetere in qualche modo quanto accaduto per quanto riguarda l’insediamento logistico di Trecate. A conti fatti, poi, ci troveremo davanti all’ennesima soluzione che porterà a un indiscriminato consumo di suolo, solamente per modo di dire mitigata dalla sistemazione di piccole opere di abbellimento o dalla piantumazione di qualche alberello… Se si dovessero realizzare tutte le opere prospettate, che sono state tra l’altro citate nel corso di una recente Commissione consiliare, si arriverebbe addirittura a qualcosa come oltre un milione di metri quadrati di suolo “bruciato” in meno di cinque anni, senza dimenticare altri innumerevoli disagi per i residenti. Per questo chiediamo al sindaco Canelli di pensare alla tutela prima di tutto i cittadini e poi quelli di un imprenditore di cui non conosciamo nome e provenienza».

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Luca Mattioli

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