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Linea Novara – Biella, basterà una fermata per rilanciare una ferrovia?

Conferenza stampa di fine mandato questa mattina, mercoledì 13 gennaio, del sindaco di Novara Alessandro Canelli, che ha tracciato a 360 gradi quanto fatto e quanto la sua amministrazione intende ancora fare in questi ultimi mesi che la separano dal voto. E anche oltre.

Non è mancato un accenno anche al nuovo insediamento di Agognate, uno dei progetti “ereditati” dalla precedente amministrazione che il primo cittadino rivendica orgogliosamente di aver condotto al traguardo. Un progetto che, per Canelli, «significherà anche la creazione di molti posti di lavoro, che contribuiranno a rendere più appetibile la città per tanti che sceglieranno di venire a viverci». Quello dell’incremento demografico del capoluogo è del resto sempre stato uno dei “pallini” di Canelli e della sua maggioranza, anche se sono stati i “numeri” a smentire in questi cinque anni tanti buoni propositi.

 

 

Intanto si auspica che venga reso noto anche qualche particolare in più riguardo il nuovo insediamento logistico, soddisfacendo magari quelle curiosità sorte in consiglio comunale alcuni mesi fa e legate alla realizzazione di una stazione (ma tecnicamente di dovrebbe parlare più correttamente di “fermata”) lungo la linea ferroviaria per Biella nei pressi del casello autostradale, in modo di agevolare gli spostamenti degli addetti del futuro insediamento e non solo. Nello scorso mese di settembre, in occasione dell’ultimo passaggio in consiglio, era stato anticipato da Canelli e dall’assessore Elisabetta Franzoni il raggiungimento di accordo fra Vailog, soggetto che realizzerà l’insediamento, e Rfi (società del Gruppo Ferrovie dello Stato) per la concretizzazione del progetto riguardante appunto la costruzione di un marciapiede, la posa di una pensilina e tutte le relative opere di collegamento urbanistico.

Nell’insieme un’idea accolta “benevolmente” anche dalla stessa minoranza, pur con diverse sfumature e con non poche perplessità. Per chi ha un po’ di dimestichezza con il mondo delle ferrovie dovrebbe sapere che non basta un marciapiede e una pensilina per fermare un treno. E poi i soggetti che dovranno essere coinvolti prima di una decisione definitiva sono altri altri, da Trenitalia alla Regione per quanto riguarda infatti il trasporto pubblico su rotaia, senza dimenticarci delle organizzazioni sindacali…. E ancora, quante corse potranno essere allestite? In che orari? Si riuscirà a garantire le esigenze di chi ad Agognate dovrà recarsi (e rincasare) per lavoro? Saranno corse “straordinarie” o inserite in un riorganizzato orario della linea?

La Novara – Biella è una linea regionale storica, ma la sua esistenza è stata abbastanza travagliata. Richiesta a gran voce sin dalla fine dell’800 dalla ricca borghesia industriale biellese per collegare la città “laniera” con Novara (e da qui Milano), vide la luce attraverso la Sfen (Società ferrovie elettriche novaresi) solamente alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Entrata poi a far parte della “rete” FS nel gennaio del 1961, ha vissuto nell’ultimo mezzo secolo tutte le problematiche che hanno caratterizzato le cosiddette linee “secondarie”. Evitato il destino capitato alle vicine Santhià – Arona e Novara – Varallo, sta tuttora “vivacchiando” fra qualche comprensibile acciacco, non pochi malumori da parte dell’utenza e il desiderio di chi ne auspicherebbe un completo rilancio. Sempre che ci sia da una parte la volontà di farlo e dall’altra le sempre poche risorse a disposizione. Basterà una nuova fermata a invertire il trend? E se interessa un discorso del genere per la Novara – Biella, perché – come richiesto da molti – non riaprire e rilanciare la Novara – Varallo? Ma questa è un’altra storia…

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Luca Mattioli

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