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L’appello di Canelli: «Massima attenzione, ma niente panico. Affrontiamo la situazione con pacatezza e razionalità»

La consueta diretta del sindaco di Novara Alessandro Canelli, al di là delle notizie e degli aggiornamenti di carattere sanitario e sui provvedimenti normativi, finisce con trasformarsi in un appello: «Massima attenzione, ma niente panico. Affrontiamo la situazione con pacatezza e razionalità». E poi un un invito «a non polemizzare, ma a concentrarsi sulle cose importanti».

Un invito giunto al termine di una mezz’ora iniziata illustrando i “numeri” giornalieri provenienti dall’ospedale “Maggiore”, ma con una raccomandazione rivolta tanto al presidente della Regione Cirio quanto all’assessore Icardi affinché «venga data il prima possibile attuazione a quel piano già scritto alla fine di luglio che prevedeva la graduale occupazione dei presidi ospedalieri del nostro quadrante, all’interno del quale il nostro ospedale assolve le funzioni di Hub, ma senza essere sotto pressione, per non ritrovarci nella situazione di marzo». Problema Rsa: «Purtroppo anche in occasione di questa nuova ondata alcune strutture della città sono state colpite», ma importante sarà agire anche attraverso i nuovi tamponi rapidi.

 

 

Canelli ricorda che ci troviamo di fronte a «un virus che rispetto a una normale influenza ha un tasso di velocità nel contagio estremamente maggiore, creando così la sua pervasività all’interno della popolazione e una grande pressione sulle strutture ospedaliere». Poi un “grazie” ai novaresi: «Al di là delle misure che verranno prese non possiamo dimenticare che la stragrande maggioranza della popolazione, al netto di qualche situazione di comportamenti adolescenziali, ha assimilato, capito, metabolizzato, compreso come ci debba comportare». Anche se, per il primo cittadino, la cosa più importante rimane quella di «concentrarsi sulla organizzazione dei processi all’interno della filiera sanitaria: dobbiamo avere la possibilità di avere più persone, perché la guerra si fa con le truppe. E poi un’organizzazione per dare risposte veloci, rapide e precise». Per Canelli «siamo in ritardo sull’attuazione di un processo di questo genere, ma non in una situazione irrimediabile. Può darsi che la cosa si stabilizzi, ma ricordiamoci sempre che non si tratta di un problema di Novara, del Piemonte, del Nord Italia, ma che riguarda tutto il mondo Cccidentale. Anzi – sottolinea – ci sono nazioni che vivono situazioni ben più gravi del nostro. Noi dobbiamo tendere ai modelli positivi, ma se un cittadino vede che le cose funzionano male dal punto di vista sanitario ecco che si creano ansia, preoccupazione, sfiducia, perdita di pazienza. Io sto notando che rispetto alla prima fase del Covid, dove c’è stata una grande capacità di reazione, più sfiducia. E’ prioritario fare squadra per dare risposte efficaci. Ci vuole tempo e tanta tenacia da parte di tutti».

Poi il provvedimento deciso dalla Regione: «Una sorta di un locldown notturno su proposta del ministro Speranza, che vieterà di uscire dalle 23 alle 5 del mattino. Serve questa misura? «Dal punto di vista strettamente sanitario non cambia molto sulle dinamiche di trasmissibilità del virus, però dà un segnale: si sta prendendo una direzione, quella di chiudere sempre un po’ di più in modo tale da tenere le persone all’erta». No alla chiusura delle scuole, se non con la formula della didattica in alternanza, sì alla prosecuzione delle attività lavorative se non quelle legate alla ristorazione serale. Ci sarà la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana perché «dopo lo stop a quelli lombardi volevamo evitare che ci fosse un “travaso” di gente da oltre Ticino». Non sarà, insomma, un nuovo lockdown, ma l’invito, l’appello di Canelli è quello di «stare attenti, soprattutto chi si trova alle prese con determinate patologie. Comunque noi come amministrazione ci comporteremo come nei mesi critici, offrendo quei servizi già messi a disposizione agli anziani». Un un’ultima notizia. Con l’avvicinarsi della ricorrenza dei Defunti «prenderemo dei provvedimenti per l’accesso al nostro cimitero. Ci sarà un’attenzione particolare, ma non vogliamo impedire a nessuno di poter andare a salutare i propri cari».

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Luca Mattioli

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