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Il Questore: «Abbiamo toccato con mano la fragilità della condizione umana»

«E’ un  periodo strano, unanimemente descritto come  “una parentesi sospesa e surreale”, che io credo rappresenterà uno spartiacque nella vita di molti di noi: ci sarà un prima ed un dopo rispetto alla pandemia che ci  ha travolto. Abbiamo toccato con mano la fragilità della condizione umana, che ci ha messo improvvisamente di fronte alla paura, ricordandoci che nulla è per sempre e che non godere appieno del tempo e delle opportunità che ci vengono concessi rappresenta forse il limite più grande dell’essere umano, il più difficile da superare».

 

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Così il questore Rosanna Lavezzaro ieri, 10 aprile, in occasione della ricorrenza del 168° anno di fondazione della Polizia di Stato.

«La lezione che ricorderò – ha aggiunto – è che solo un grande senso di responsabilità, unito ad una generosità di fondo ispirata all’unica chiave in grado di aprire tutte le porte, la solidarietà, ci consentirà di superare quello che a tratti, fosse anche solo per qualche istante, è sembrato a tutti  insormontabile».

Quindi l’annuncio che «per dimostrare in modo tangibile la vicinanza alla gente, gli appartenenti alla Polizia di Stato di Novara, in piena condivisione con le srganizzazioni Sindacali, non dimenticando lo spirito e la funzione di soccorso pubblico che la anima, ha destinato una parte di lavoro volontario e straordinario alla consegna di mascherine, farmaci o generi alimentari alla fasce più deboli della cittadinanza, di concerto con il Comune di Novara».

«Desidero rivolgere un pensiero commosso al comparto sanitario,  in particolare ai medici (di cui sono figlia) e agli infermieri, per l’infaticabile, preziosa e generosa  opera di questi ultimi mesi. Credo saranno loro a pagare il prezzo più alto in termini emotivi».

«Sono felice – ha concluso – di appartenere ad un Paese che non si è risparmiato in alcun modo  per raggiungere ogni suo cittadino, mettendo in campo tutte le energie possibili e dando fondo ad ogni risorsa disponibile. Ritengo che tutto sia sempre perfettibile, ma la drammatica  gravità di quest’esperienza è sotto gli occhi di tutti ed anche il “giudice” più rigoroso dovrà tenerne conto. Sono certa che “andrà tutto bene”».

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