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Covid a Novara, nuovo boom di contagi fra i lavoratori

Boom di contagi fra i lavoratori, in particolare della sanità, nell’ultimo bimestre. Al 30 novembre in Provincia di Novara risultano 1.311 denunce di infortunio sul lavoro da Covid 19, di cui 494 (38%) negli ultimi due mesi (soprattutto in novembre: 341). Gli infortuni per Covid con esito mortale rimangono 2, registrati a primavera.

Il Novarese rispecchia il trend nazionale di un forte ripresa di infezioni sul lavoro in tutta Italia (superati i 100mila casi totali), con il Nord Ovest quale area più colpita (50,3% delle denunce, il 53,8% dei casi mortali), ma resta tra le province piemontesi con crescita minore nell’ultimo mese (+35,2% novembre su ottobre), rispetto a Cuneo che ha raddoppiato i casi (+102,1%), Biella (+77,4%), Asti (+74,1%) e Vco (+64,9%).

 

 

SECONDA ONDATA, PIU’ CASI TRA I LAVORATORI

I dati si rilevano dall’11esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, che anzitutto evidenzia come «la “seconda ondata” dei contagi ha avuto un impatto più significativo della prima anche in ambito lavorativo». Spiega come in ottobre-novembre in tutta Italia si rileva il picco di contagi tra i lavoratori con quasi 49mila denunce di infortunio (pari al 47% del totale) rispetto alle circa 46.500 registrate nel bimestre marzo-aprile. Un divario «destinato ad aumentare nella prossima rilevazione per effetto del consolidamento particolarmente influente sull’ultimo mese». 47 i casi mortali nel bimestre.

A fronte di un totale di 104.328 denunce per Covid (il 20,9% del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro), in novembre sono state registrate 37.547 denunce per contagio, di cui 27.788 riferiti allo stesso mese e 9.399 a ottobre. I casi mortali sono 366 (58 donne e 308 uomini), pari a circa un terzo del totale dei decessi denunciati all’Inail dall’inizio dell’anno, di cui 34 in novembre, anche se la metà delle morti di lavoratori per Covid è avvenuta in aprile.

NOVARA: IL 38% DEI CONTAGI NELL’ULTIMO BIMESTRE

In Provincia di Novara le infezioni sul lavoro denunciate sono 1.311 (l’8,5% del Piemonte) e riguardano, come in tutta Italia, soprattutto le lavoratrici: 969 (73,9%, mentre in Piemonte è il 76,6%) a fronte di 342 lavoratori uomini. La fascia di età più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni (557 denunce, 42,5%), quindi quella tra i 35 e i 49 anni (480) e quella tra i 18 e i 34 anni (258); solo 16 casi (1,2%) di lavoratori oltre i 64 anni. Una suddivisione in linea con tutta la Regione.

Nell’ultimo bimestre si sono registrate 494 denunce (37,7% del totale) di cui 341 in novembre e 153 in ottobre, senza particolari variazioni nella suddivisione per genere e per età. A fine ottobre il totale di 1.118 infortuni per Covid rappresenta il 36,8% del complesso delle 3.037 denunce di infortunio presentate in Provincia di Novara, e i 2 con esito mortale sono un terzo dei 6 totali.

Nel complesso degli infortuni sul lavoro nel Novarese al 31 ottobre si registra un calo del -4,6% rispetto ai 3.182 dei primi dieci mesi 2019, ma con un aumento degli infortuni in azienda (87,7% rispetto all’82,1% dell’anno scorso). Più che dimezzati i mortali, che a fine ottobre 2019 erano 13. I dati a fine novembre 2020 non sono al momento disponibili.

IN PIEMONTE PIU’ COLPITI INFERMIERI E OPERATORI SOCIOSANITARI

Il report dell’Inail consente di capire solo a livello regionale quali categorie di lavoratori siano interessate. In Piemonte a fine novembre sono state registrate 15.396 denunce di infortunio sul lavoro per causa del Covid 19 (il 14,8% del dato italiano), con la nostra Regione seconda solo alla Lombardia (30,5%). Gli eventi mortali sono 34, di cui 4 nell’ultimo bimestre.

Tra le professioni la più colpita è quella dei tecnici della salute (37,2%) nella quale il 78% sono gli infermieri, seguita dagli operatori sociosanitari (28,3%) e quindi dai medici (8,9%). Al quarto posto (5,4%) le professioni qualificate nei servizi alla persona (in cui l’85% riguarda gli operatori socioassistenziali) quindi le professioni non qualificate nei servizi sanitari (3,9%) per la gran parte ausiliari ospedalieri, ausiliari sanitari e portantini più gli inservienti delle case di riposo.

Il settore con il maggior numero di casi è quello della sanità e assistenza (64,1%) e riguarda ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili, seguito dall’amministrazione pubblica (19%) con particolare riferimento agli organismi preposti alla sanità, come le Asl. Segue il settore dei servizi alle imprese (5,7%) che vede tra i più colpiti gli addetti alle pulizie (2,8% delle denunce) e i lavoratori interinali “prestati” a svariate attività comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia. Quarto è il settore che interessa alberghi, ristoranti e bar: conta il 2,8% delle denunce e più colpiti sono i lavoratori della ristorazione.

Due grafici sull’andamento delle denunce di infortunio sul lavoro da Covid in Italia, tratte dall’11° Report dell’Inail

A livello nazionale, considerando l’analisi per mese, il report Inail mostra una progressiva riduzione dei casi per le professioni sanitarie fino ad una risalita in questa terza fase. Con la ripresa delle attività dopo il lockdown, altre professioni hanno invece visto aumentare i contagi tra le prime due fasi e registrato una riduzione nella terza. L’86% dei contagi denunciati riguarda lavoratori italiani.

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Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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