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Calcio, è stop totale. Il Novara fermo fino al 23 marzo

Un passo dopo l’altro, ora si è arrivati allo stop totale. Il Novara Calcio ha sospeso gli allenamenti fino al 23 marzo, andando anche oltre rispetto alle ultime prescrizioni governative che avrebbero consentito agli azzurri di Banchieri di allenarsi in attesa della ripresa dell’attività. Una ripresa che al momento è fissata per il 3 aprile, data che però è lecito considerare temporanea e non definitiva.

Questo perché, mentre il governo valuta misure ancora più restrittive, cosa che potrebbe protrarre lo stop, è lo stesso mondo del calcio a scoprirsi, di colpo, vulnerabile e affatto “immune” dal covid-19. Le prime positività al coronavirus (tra le quali, oltre ad alcuni calciatori di serie C, anche il patron del Novara Calcio Maurizio Rullo) avevano fatto solo in minima parte breccia. Quando a essere colpiti dal virus sono stati diversi calciatori della serie A (al momento quasi una decina) e con loro anche qualche atleta militante nei campionati di vertice continentali, però, tutto è cambiato. Sospensione in blocco dei campionati e rinvio a data da destinarsi dei match di Champions League ed Europa League.

 

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A questo punto gli scenari plausibili sono rimasti due: uno slittamento degli Europei (se non addirittura la cancellazione) in programma a giugno e luglio secondo i programmi attuali, potrebbe favorire una ripartenza della stagione (difficile immaginare possa accadere il 3 aprile, l’orizzonte andrebbe spostato alla terza o quarta settimana di aprile per non apparire utopico) con la possibilità di protrarsi fino a fine giugno. Se ce la fa la serie A, a cascata, ce la fanno tutti gli altri e il Novara potrebbe inseguire ancora attraverso i playoff la promozione in serie cadetta.

Al contrario, qualora gli Europei partissero forzatamente secondo programma il 12 giugno, il calcio non avrebbe alternativa a ripartire a inizio aprile, pena il non riuscire a rispettare i tempi il che richiederebbe formule alternative per la chiusura della stagione stessa. Una prospettiva che, per quanto ci stiamo abituando a programmi che cambiano rapidamente e sorprendentemente, oggi non sembra tra le più probabili.

C’è poi, ovviamente, una terza opzione, che pure oggi nessuno legittimamente vuole prendere in considerazione: qualora l’emergenza si protraesse a lungo, anche la cancellazione degli Europei non sarebbe sufficiente a garantire la fine di una stagione che a quel punto, con ogni probabilità, sarebbe “annullata”, ovvero non darebbe verdetti. Niente Scudetto e a cascata niente retrocessioni e promozioni. Un’ipotesi devastante per il sistema calcio che anche per questo, c’è da scommetterci, ha deciso di dare il buon esempio. Tutti a casa. Aspettando che il peggio passi e il “fischio d’inizio” si riavvicini.

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Giuseppe Maddaluno

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