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Tariffa puntale, «la sperimentazione riprenderà quando le condizioni lo consentiranno»

A una settimana dalle non poche polemiche suscitate dall’adozione da parte dell’amministrazione degli adeguamenti della Tari in base a “ricalcoli” formulati da Arera (leggi qui) si è tornati a parlare di raccolta differenziale e puntuale nella seduta online di stamattina, lunedì 28 dicembre, del Consiglio comunale. Nello specifico, il tema è stato oggetto di un’interrogazione presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle. Come si ricorderà, tre anni fa è stato varato, utilizzando come quartiere “pilota” Pernate, un nuovo sistema di raccolta differenziata, il cui obiettivo finale è quello di giungere all’applicazione di una tariffa in base al quantitativo di rifiuti prodotto. Un progetto sperimentale che ha dato buoni risultati, tanto che nel luglio dello scorso anno l’iniziativa è approdata in altre zone della città, dal Torrion Quartara al Sud, inclusa via Monte S. Gabriele. A fronte di questo, e tenuto conto della situazione emergenziale che ha caratterizzato quasi tutto il 2020, gli esponenti “pentastellati” hanno chiesto informazioni sui metodi utilizzati, sui risultati prodotti, su quando si potrà estendere questo metodo al resto della città, quando si potrà concretamente applicare la raccolta puntuale e, soprattutto, quali criteri adotterà l’Amministrazione per la formulazione della nuova tariffa e quali sconti sulla Tari saranno applicati ai cittadini.

 

 

«Per arrivare alla “misurazione puntuale” – ha illustrato l’assessore Laura Bianchi – sono stati adottati diversi sistemi di raccolta che nel loro insieme hanno apportato una significativa modifica all’attività. Il principale elemento di raffronto è stato quello di individuare la struttura e la dimensione delle utenze. Dopo la sperimentazione avviata a Pernate e, più recentemente al Sud, i dati registrati fanno ben sperare sull’efficacia di questa iniziativa». Numeri alla mano, a Pernate, a fronte di quasi 87 chilogrammi di rifiuti pro capite prodotti nel periodo antecedente la sperimentazione, se ne sono avuti 64,67 nel 2017, 50,54 nel ’18, 54,50 nel ’19 e 58,58 nell’anno in corso, dove questo rialzo «è attribuibile verosimilmente all’applicazione delle misure anti-Covid, che hanno raccomandato una minore differenziazione di rifiuti durante il primo lockdown. Degni di nota – ha proseguito Bianchi – sono i risultati conseguiti nel quartiere Sud, che risultato essere, a fronte degli oltre 92 chilogrammi nel 2018, di 76,86 nel ’19 e 47,21 quest’anno. Alla diminuzione del rifiuto residuo ha parallelamente fatto seguito un aumento delle frazioni recuperabili. L’applicazione della tariffa puntale deve poter tener conto della complessità di una città come la nostra, suddivisa tra l’altro in quartiere eterogenei. Ogni soluzione alternativa sulla funzionalità del sistema di raccolta dovrà tenere conto di diversi aspetti».

L’assessore Bianchi ha ricordato come per il 2020 era già stata prevista la sperimentazione in altri quartieri (Lumellogno e Ovest), ma che l’iniziativa «è stata sospesa a causa dell’emergenza sanitaria. Al momento non possiamo prevedere la programmazione a tutta la città, ma non appena la situazione lo consentirà verranno riprese le operazioni che includono la fase di estensione della rilevazione puntuale. Sconti finora concessi? Circa 30 mila euro annui per il 2018 e ’19 solo per Pernate. La tariffazione puntale diventerà considerata totalmente operativa solo dopo che l’intera città sarà a regime e la diminuzione del rifiuto non recuperabile e il suo smaltimento avranno generato un risparmio economico».

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Luca Mattioli

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