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Con “Teatrica” tutti a teatro… da casa: dieci appuntamenti

Il teatro da casa, comodamente seduti su divani, poltrone, a letto. In situazioni di emergenza la cultura non smette di farsi sentire e di diffondersi, lo fa soltanto in un modo diverso. La galliatese Laura Pigozzo da sempre impegnata nel mondo dell’arte, con il suo studio di consulenza teatrale “Teatrica” propone per dieci giorni dieci spettacoli diversi. Appuntamento alle 21 a partire da questa sera, domenica 22 marzo, sul canale Youtube “La piccola bottega delle arti e degli animali”. Protagonisti: gli alunni della sua scuola.

Gli appuntamenti

Il primo spettacolo che si potrà vedere sul canale Youtube, sempre ore 21, è “Sbullati”; lunedì 23 “Se Gesù fosse donna”; martedì 24 “Condom-inio”; mercoledì 25 Google says that”; giovedì 26 “Saving Mr Banks”; venerdì 27 “Vizi occulti”; sabato 28 “Romeo e Giulietta”; domenica 29 “No time no space”; lunedì 30 “La zucca del partigiano” e martedì 31 chiusura con “Genio in geni”. Altri riferimenti sul podcast: TEATRO LIBERA TUTTI su iTunes o Spotify.

«Magari scopriamo che il teatro forse non è poi così male, – dice Laura Pigozzo – E in un momento dove la cultura viene palesemente messa da parte, io voglio continuare a divulgarla perché credo fermamente che l’arte abbia sempre salvato l’umanità intera nei momenti di crisi perché tocca e arriva al cuore delle persone. Questa ora è la nostra guerra e io voglio combatterla con le armi che ho a disposizione: l’amore per il teatro».

La “missione”

«Ci piacerebbe entrare nelle case dei cittadini per far conoscere l’attività teatrale di altri loro concittadini grandi e piccoli. Il virus ci sta obbligando alla lentezza, – continua Laura – ad ascoltarci e questo potrebbe essere il momento migliore per avvicinarsi al teatro e scoprire il bello dei tempi più lenti, la bellezza di ascoltare che cosa significa stare su un palco. Viviamo in una società che porta al consumismo non solo delle cose e delle relazioni, ma anche del proprio tempo. Ci impone la corsa a tutto per poi rimanere con un pugno di mosche se non manteniamo l’attività performativa richiesta andando a discriminare chi nella società non ha gli stessi tempi di crescita o di reazione. Così facendo non si rispettano più i tempi di ogni singolo ma è il singolo che per sopravvivere al consumismo si deve adattare alla velocità snaturando anche quelli che sono i propri tempi di crescita, di sviluppo, ma anche le proprie caratteristiche psicofisiche, portandoci a diventare tutti stereotipati. Lo possiamo notare tutti i giorni con i bambini a scuola che devono mantenere un certo ritmo, al lavoro, noi donne dobbiamo essere tutte belle, in ordine, truccate, con un bel fisico per rimanere all’interno dello stereotipo della bellezza e così via per tutte le categorie e settori. Un mondo sempre più frenetico che ci porta all’insoddisfazione generale di tutto, dagli oggetti, alle relazioni».

 

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E la cultura, il teatro in questo caso, diventano importantissimi: «Il teatro quindi, in un momento del genere, forse unico nella storia dell’umanità, avendo a disposizione la tecnologia, ci permette di ascoltare questi tempi più umani. Il teatro è lentezza dell’ascolto ma anche verità. Quindi potrebbe essere interessante riappropriarci di questi tempi e magari divertirsi pure, con delle storie narrate dalla voce e dalla carne di questi attori che non sono altro che dei nostri compaesani che hanno capito la bellezza del teatro. Trasmettendo online questi spettacoli, forse la quarantena obbligata ci porta a conoscerli e ad avvicinarci al teatro, cosa che invece in un altro momento non avremmo mai fatto perché incompatibile coi ritmi a cui dobbiamo sottostare quotidianamente da questa società che scandisce ogni secondo della nostra esistenza. E’ anche questo uno dei motivi per cui il teatro è visto come attività noiosa e più di nicchia rispetto ad altre attività: ascoltarsi non fa per tutti e il teatro mette a nudo e anche questo fa paura. Nel teatro ci sono imperfezioni, rumori in sottofondo degli spettatori, qualche ansia e battuta fuori posto sul palco, ma è tutto vero. C’è solo un “buona la prima” dove devi dare il meglio di te stesso. Non puoi cancellare un video e rifare, ma solo il respiro dell’attore che si fonde con quello dello spettatore diventando un unico grande ascolto che si tramuta in spettacolo».

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Elena Mittino

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